La struttura fiorale nella Cerbera lactaria e nella Cerbera thevetia (le quali non comprendo come Alfonso De Candolle nel Prodromus abbia creduto separare non solo di genere ma eziandio di tribù) si avvicina moltissimo a quella delle vinche, senonché qui l’apparecchio è rinforzato da cinque punti di aderenza o congiunzione istologica, che ha la base degli stami collo stilo, là dove ha principio la coppa collettrice.
La fauce della corolla poi nella Cerbera lactaria, Cerbera thevetia e Tabernaemontana amygdalifolia, quasi per indicare anco a chi non vedesse lo scopo finale dell’apparecchio, si presenta come perforata da cinque buchi tondeggianti nella Cerbero lactaria, quadrangolari nella Cerbera thevetia e ippocrepidei nella Tabernaemontana. Ora queste cinque aperture o buchi corrispondono precisamente ai cinque interstizi esistenti tra un’antera e l’altra, ed è per essi soltanto che la proboscide degli insetti può penetrare fino alla cavità mellifera.
La suaccennata Tabernaemontana amygdalifolia forma secondo me il passaggio dalle Cerberee alle Neriee, ed è in esse che le antere cominciano a produrre processi laterali di consistenza cornea, ed a segnare così una velleità o principio di transito alla forma delle Asclepiadee. La coppa collettrice è sbrandellata. Si coltiva nei giardini sotto il nome di Tabernaemontana echinata un’apocinea che a me pare genericamente diversissima, da confinarsi nella tribù delle Euapocinee.
Seguono le piante appartenenti alla tribù delle Neriee. I miei esami si limitarono al Nerium oleander, alla Rouppelia grata e allo Strophantus dichotomus ove l’apparecchio non è gran fatto modificato e differente dai sopra descritti.
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