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      1°. Pochi sono i frutti che abboniscono. Né può altrimenti succedere, perché mancando la secrezione del miele, non vi può avere gran concorso di insetti. L’unico insetto che una sola volta vi sorpresi era una piccola locusta verde. Nei fiori della pianta, ove trovavasi tal insetto, tutte o quasi le masse polliniche erano spostate ed evidentemente disturbate, ed alcune mancavano.
      2°. Pochi sono i fiori ove la volta stimmatica vedesi seminata di massule (non masse) polliniche, o di nigricanti residui di massule, e spessissimo in cotali esistono intatte le proprie masse polliniche.
      3°. In tutti i frutti abboniti l’ancor visibile volta stimmatica porta manifeste tracce di questi residui nigricanti di massule polliniche.
      4°. Dei pochi frutti abboniti, in tempo che tutte le parti fiorali sono disseccate ed avvizzite, parecchi serbano ancora in perfetta illesione, sebben secche, le proprie masse polliniche, tuttora annidiate nelle logge delle antere.
      5°. Le masse polliniche non cadono per sé, ma se non vi ha un agente meccanico che le estragga, stanno perpetuamente nella loro nicchia, anche quando il fiore avvizisce e si fa marcescente.
      6°. Esaminando fiori avvizziti e non abboniti, trovai che alcuni mancavano di una massa pollinica, parecchi mancavano di tutte e due, parecchi le avevano entrambe illese ma disseccate.
      7°. In parecchi fiori scorgonsi masse polliniche spostate, sia perché la loro testa è fuori della loggia anterale, sia (più frequentemente) perché il loro piede è fuori della bursicola.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607