Avrebbe dovuto persuaderli a pensar diversamente la circostanza di trovarsi costantemente alla base dell’inserzione dello stame isolato un nettario. A quattro tipi trovai riducibili le modalità dell’apparecchio nella fecondazione delle Leguminose. In tutti e quattro si è la carena che gioca il principale ufficio. Nel tipo più comune, la carena suffulta dalle ali forma come una custodia alle antere ed agli stimmi. Viene un imenottero a posarsi sul fiore; ficcando la proboscide per suggere il miele fa divaricare dal vessillo la carena. Questa cede e cedendo espone a nudo le antere e lo stimma, i quali si confricano così coll’addome degli insetti, le prime abbandonandovi il proprio polline, e il secondo agglutinandosi una porzione di quello ivi esistente, tolto ai fiori precedentemente visitati. Il fiore delle Poligale presenta disposizioni affatto analoghe. L’estrema somiglianza morfologica e funzionale che si riscontra nella carena, nell’androceo, nello stilo, mi farebbe pensare essere le Poligale affinissime alle Leguminose; ma contro l’adozione definitiva di questa idea vi osta la natura del frutto che, unicarpellare nelle Leguminose, è bicarpellare nelle Poligale.
Al secondo tipo appartiene l’apparecchio del Lotus corniculatus. La carena ermeticamente chiusa ai lati, è aperta per un poro all’apice. Quando le antere sono mature si contraggono assaissimo, ed emettono il polline che resta così accumulato nella cavità superiore della carena. Intanto le estremità dei filamenti rigonfiano e fanno l’uffizio di uno stantuffo.
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