73 della Botanische Zeitung, a. 1866. L’unico divario tra le sue osservazioni e le mie consiste in questo che egli inclina a credere lo scatto sovraccennato come un fenomeno di irritabilità, mentre per me sarebbe un mero fenomeno di elasticità meccanica.
D. Paeonia, Caltha, Papaver. In queste piante io non trovai tracce di nettare e di nettari. Eppure i loro organi fiorali vistosi e colorati mi persuadono che alla loro fecondazione prendano attiva parte gli insetti, non quelli che raccolgono miele, ma quelli che predano polline o se ne fanno cibo. Nella Caltha e nella Paeonia io notai frequentemente la presenza e l’appulso delle api operaie collettrici di polline e di alcuni coleotteri petaloceri, i quali, a quanto mi parve, si pascevano di polline. Il gran lusso pollinico che si riscontra in tali piante è forse in connessione con tanta imperfezione di apparecchio, ove la porzione di polline utilizzata è tenuissima a confronto di quella che va perduta.
E. Fumariacee. Queste piante tanto vicine alle papaveracee, secondo il sistema Darwiniano strette nipoti di quelle, si distinguono però da esse pel differentissimo apparecchio di fecondazione. I due petali interni si avvicinano tra loro come due mani giunte, e conglutinandosi all’apice formano una specie di ripiegatura o di tasca ove stanno celate e difese le antere e lo stimma. Nella Corydalis e nella Ceratocapnos, il petalo esterno superiore decorre in uno sperone ottuso, ove discende, partendo dalla base della tripla di stami superiore, un breve corpo papilloso di color verdastro (glandola nettarifera). Posandosi un’ape o qualche altro insetto antofilo sul fiore, la pressione che esercita deprime i due petali interni, e fa emergere fuori le antere e lo stimma che si confricano coll’addome peloso dell’insetto.
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