È accettato da tutti quei botanici che hanno approfondito studi su questa materia, che gli organi colorati, siano florali o circumflorali, per esempio brattee fulgenti, filli perigoniali, sepali petaloidi e sopra tutto i petali sono o esclusivamente o in gran parte designati alla funzione vessillare ne’ suoi diversi momenti che consistono,
1° Nell’attirare da lontano i pronubi sui fiori, con distanze che possono variare, secondo i casi, da quattro o cinque metri a più diecine di metri;
2° Nel differenziare i fiori gli uni dagli altri, secondo la loro età (nei fiori versicolori), affinché i pronubi, a tenore delle loro velleità, possano limitare il lavoro delle loro visite a determinati fiori, con risparmio di fatica e di tempo;
3° Nel dirigere da vicino i pronubi stessi, quando sono posati sui fiori, in modo da agevolare la loro raccolta o di polline o di miele o di entrambi;
4° Talvolta anche nell’impressionare il senso estetico dei varii pronubi, allettando gli uni per simpatia, allontanando gli altri per antipatia, nello scopo di restringere le visite in favore di pronubi più adatti.
Coloro che da lungo tempo con vigile e spregiudicata attenzione osservarono la fioritura di prati e campi, di albereti e fruticeti, non albergano il menomo dubbio circa la realtà della funzione vessillare nei tre o quattro suoi momenti. E tante e poi tante sono le osservazioni e concordanti tutte, che neanche viene in pensiero di accertarsene mediante apposite sperienze; e nasce e si fortifica la convinzione che l’azione della luce sugli occhi degli insetti sia estremamente analoga, per non dire identica a quella che la luce esercita sugli occhi nostri.
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