Ora è fenomenale la ignoranza di Bonnier al riguardo. Infatti le citazioni che fa dei sunnominati spesso sono inesatte, e spesso false a dirittura. A tanto monografo sfuggirono alcuni nettarii ultra macroscopici già ottimamente visti e descritti da Sprengel.
Le osservazioni che dice di avere in proprio sovente sono erronee; le conclusioni quasi sempre avventate e fondate, non sulla regola, ma su qualche eccezione.
È chiaro insomma che Bonnier non ebbe in mira di cercare la verità. Ebbe in mira soltanto di scalzare e rovinare le moderne dottrine sulla biologia florale; e, poiché non poteva aver armi buone per questo proposito, inventa, falsifica, storce, confonde ogni cosa.
Bonnier termina il deplorato suo lavoro colle seguenti parole di Cl. Bernard: «Lo zucchero formato dalla barbabietola non è destinato a mantenere la combustione respiratoria degli animali che se ne nutriscono, ma è destinato ad essere consumato dalla barbabietola stessa nel secondo anno della sua vegetazione».
Chi è che potrà insorgere contro questa incontrastabile verità? Non io al certo; per altro dirò al Bernard: anche nei frutti di fico, dei datteri, della vite vi è dello zucchero in grande quantità; ma è destinato ad essere consumato dalle piante che lo hanno prodotto? No, è designato a mantenere la respirazione degli animali che eseguono la disseminazione dei datteri, dei fichi, della vite.
Prosiegue il Bernard: «La legge della finalità fisiologica sta riposta in ciascuno essere singolo. L’organismo vivente è fatto per se stesso: ha sue proprie, intrinseche leggi.
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