Ebbe a constatare che le api, gli antidii, i bombi, e qualche altro insetto, visitavano indifferentemente, per ciascuna e singola specie e con pari frequenza i fiori, qualunque ne fosse il colore.
I risultati di tale sperienza concordano con sperienze ed osservazioni consimili fatte da Darwin, Bulman ed altri. Concordano altresì colle mie osservazioni.
Conclusione legittima di queste esperienze sarebbe questa e non altra: cioè che allorquando una data specie produce individui diversamente colorati nei loro fiori, i pronubi naturali della stessa (che conoscono le strutture florali meglio forse di parecchi negatori della staurogamia zoidiofila), accortisi che questa differenza non si traduce in differenza del prodotto pollinico e melleo, da quei bravi teleologi che sono, in questo caso non tengono conto del colore diverso. Ciò stante è grave fallacia di raziocinio il concludere, generalizzando, che i pronubi non tengono conto dei colori florali.
E invero, allorquando, come accade sovente, la diversità del colore florale indica che la produzione mellea è cessata, ecco che i pronubi restringono le loro visite, e schivano i fiori diversamente colorati. Ma di ciò meglio parleremo infra.
Le conclusioni che ne trae Plateau sono vaghe e contradditorie.
A pag. 368 dice: «je n’ai jamais dit, dans mes recherches antérieures, e je ne dis nulle part dans le mémoire actuel, que les insectes ne voient pas les couleurs des fleurs. Cette assertion serait absurde».
Fin qui benissimo, ma Plateau subito dopo aggiunge: «mais j’affirme que nous ne possédons aucun moyen pratique de nous assurer s’il y a perception des couleurs, et si cetre perception est la même que chez l’homme».
| |
Darwin Bulman Plateau Plateau
|