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      Era inutile sprecare molte pagine, come fece Plateau, per combattere questo che è uno dei pochi sbagli imputabili a Erm. Müller; tanto più che Plateau stesso constatò come nella edizione inglese dell’opera del Müller, comparsa nel 1883, cioè una diecina di anni dopo, furono accuratamente soppressi tutti i passi concernenti quel male interpretato processo.
      Le ragioni del quale, se sfuggirono per qualche tempo al Müller, si vede che sono sfuggite anche all’autore della critica; ma che però non mancò di profittare della occasione per scagliare una freccia contro chi si lascia influenzare dalle idee teleologiche.
      Ora io che mi lascio influenzare volontieri da cosifatte idee quando sono giuste e assennate, sono in caso d’illuminare Plateau quanto a sapere il perché Müller, nella edizione inglese della sua opera fece togliere via tutti i passi allusivi al senso estetico dei sirfidi.
      Il fatto sta che io era in attivissima corrispondenza coll’E. Müller, e non mancai di fargli sentire l’errore della sua interpretazione, informandolo che anch’io aveva tante volte osservato quell’apparentemente strano diportarsi del Syrphus balteatus e di altre specie di sirfidi, ma che lo aveva ridotto alle sue vere cagioni. I sirfi cioè sanno che la loro vita è continuamente insidiata dalle vespe e sopratutto dai ragni; e quando essi sentono bisogno di cibarsi di polline e miele, prima di posarsi sopra un fiore, scrutano colla massima attenzione (altro che contemplazione estetica!) se vi sono ragni od altri nemici.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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