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      E che possano amare propriamente il bello per il bello, anzi specificamente il bello nelle forme florali e dei frutti, è dimostrato da quella singolarissima Chlamydera ornata, di cui ha osservato il Dott. Od. Beccari i maschi invitare le femmine alla coabitazione, preparando un grazioso ricovero con innanzi un MINUSCOLO GIARDINO, ornato dei più vaghi oggetti e di eleganti forme di fiori e di frutti.
      E che il senso estetico non manchi neppure a taluno di quelli uccelli che hanno manto disadorno e timbro vocale tutt’altro che piacevole, io ne ho avuto in mia vita uno strano esempio che merita di aver posto nella storia naturale degli uccelli. Alludo ai passeri domestici. Molti anni or sono, a Firenze, io abitava una camera, la cui finestra dava in un giardino. Ivi, a lenti e gravi passi, come è suo costume, passeggiava un pavone solitario; ma non veramente solo perché spesso era seguito da un codazzo di dieci o dodici passeri, i quali gli tenevano dietro e lo seguivano per lungo tempo nella speranza di ammirare le sue bellezze. E infatti quel compiacente e grosso volatile si rivolgeva di quando in quando a quei minuscoli suoi ammiratori, e pedissequi, faceva la ruota e spiegava ai loro attoniti sguardi la magnificenza della sua coda. Dopo brevi istanti ripiegava la coda e riprendeva il suo lento incesso e quelli proseguivano dietro a lui, evidentemente sperando di godere ancora una volta di quel bello spettacolo. Si vede da questo esempio che gli uccelli sono molto simili a noi nella percezione delle forme e dei colori e nel senso estetico.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Chlamydera Dott Firenze