Per cui è molto razionale la congettura che nelle visite che i trochili e le nettarinie fanno ai fiori loro assegnati, siano in parte determinati dal senso estetico.
Ma questa congettura, tanto verisimile per gli uccelli, sarebbe pericoloso il trasferirla agli insetti, quantunque per verità vi sia una certa corrispondente bellezza di forma e colori tra i fiori da una parte e tra gli insetti appropriati dall’altra.
Ma non si potrebbe parlare di senso estetico. I singolari movimenti che fanno parecchie specie di sirfidi sopra i fiori interpretati da E. Müller come provocati dal senso estetico procederebbero invece dall’istinto della propria conservazione.
Si può invece, con molta probabilità di apporsi al vero, ammettere negli insetti, all’in fuori di ogni senso estetico, un senso più o meno istintivo di predilezione per alcune colorazioni e forme florali e di avversione per altre.
Queste predilezioni ed avversioni sono fino ad un certo punto provate, sia da ragioni a priori, sia dalle osservazioni e considerazioni dei fenomeni.
È un fatto fisiologico interno, attestato ogni giorno dalla nostra coscienza, che noi sentiamo predilezione per tutto ciò che giova, indifferenza od anco avversione per ciò che non giova. E naturalmente in questa scala che va dall’eccesso della predilezione all’eccesso della avversione vi deve essere una graduazione.
Or bene io questa graduazione l’ammetto, non solo per i più efficaci pronubi, come sarebbero le apidi, ma in genere per tutti gli insetti, la cui vita è più o meno strettamente legata alle visite florali.
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Müller
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