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      Or come non si dovrà vedere in questo fatto la prova che detta sfinge sa scegliere i fiori di Pancratium, e che li deve prediligere, perché sono stati eslusivamente formati per essa, con evoluzione che rimonta chi sa a quante migliaia d’anni addietro?
      L’infiorescenza dell’Arum italicum, avvolta ed accartocciata in basso per modo da formare un carcere temporario a minuscoli pronubi, è predesignata quasi esclusivamente a un piccolissimo moscherino, la Psychoda nervosa. Tale insetto frequenta i pubblici orinatoi. L’inflorescenza sviluppa un fortissimo odore urinoso, che attrae numerose psicode. Queste inflorescenze non ci è caso che attirino giammai né sirfidi, né apidi, né farfalle. Adunque vi è scelta per i veri pronubi, e verisimilmente si dà ripugnanza per gl’insetti non chiamati.
      L’Arum Dracunculus, quasi tutte le Stapelie, le Rafflesie, l’Aristolochia grandiflora, ed altre specie sviluppano un odore cadaverico al punto da eccitare il vomito. E come si spiega che tutte hanno fiori concordanti nei colori luridi, atrocerulei, schifosamente maculati? Sembra ben certo che siffatte colorazioni tanto sono grate alle mosche e agl’insetti che accorrono sui cadaveri e sulle carni putrefatte, quanto aborrite da noi, e verisimilmente dai sirfidi, dalle apidi, dalle farfalle diurne e crepuscolari, dalle cetonie, dalle strangalie; insetti che non posandovisi giammai, nemmeno per pura casualità, mostrano di aborrirli.
      Potrei citare molti altri fiori per varia ragione adattati a singolari pronubi: e quasi sempre si osservano caratteri concomitanti d’una colorazione speciale sui generis; indizio che detti colori sono assai grati ad alcuni insetti; e indifferenti e forse anche ingrati agl’insetti non chiamati.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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