Adunque il nostro lavoro ha per principale oggetto la investigazione di questi ultimi organi; passa in rassegna tutte le specie vegetali che ne sono provvedute; studia la posizione topografica dei medesimi nonché il loro numero e la loro figura; sottopone a calcolo la potenza. la durata, la efficacia della loro secrezione zuccherina; ne investiga la genesi e la diffusione presso forme vegetali di tipo antico e moderno.
Giovi qui riportare le conclusioni, a cui siamo venuti nella nostra precedente pubblicazione(35) le quali formano la migliore introduzione al presente scritto, ne dichiarano lo scopo, e forniscono il criterio per giudicare dei risultati a cui siamo pervenuti in seguito ad ulteriori numerose osservazioni, praticate nell’ultimo decennio.
Constatato quest’importante punto
, così scrivevamo nel 1874, "che i nettari estranuziali delle piante si riferiscono per alcuna specie a formiche, per altre a vesparii, è tempo di discutere un altro punto non meno importante. Quale utilità può provenire alle piante dalla visita delle formiche e delle vespe? In altre parole: qual è la funzione dei nettarii estranuziali?".
Partendo dal principio della dottrina darwiniana sulla trasformazione degli organismi, sui lenti adattamenti e sulle graduate correlazioni che nella incommensurabile serie dei secoli si sono venute attuando tra un essere e l’altro, tra vegetali ed animali, non è punto difficile una netta e franca risoluzione del quesito propostoci
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Quando un fenomeno appare isolato e singolo nella specie sua, può essere e quasi sempre è una mera casualità, destituita affatto da ogni significazione di fine o di scopo.
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