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      Tutto quanto l’asse nodiforme è ricoperto da una epidermide fortemente cuticularizzata, la quale riveste anche i lati del cratere nettarifluo, ma gradatamente le cellule epidermiche profondandosi nel cratere diventano più piccole, fin che cessano tutto ad un tratto; il fondo del cratere non ha epidermide. Uno studio organogenico che POULSEN fece del Phaseolus viridissimus mise fuori dubbio che siffatti nettarii non sono altro che le cicatrici di altrettante gemme florali resesi atrofiche per tempissimo e disarticolatesi. Le cellule superficiali di dette cicatrici si estendono, si scostano alquanto, e secernono un umore limpidissimo e dolce". In seguito abbiamo avuto occasione di constatare la esattezza delle osservazioni di POULSEN.
      Dolichos species. - Coltivata nell’orto botanico di Bologna sotto il nome di D. biflorus, ma certo per errore. Parvemi non essere altro che una varietà pigmea del D. melanophtalmos.
      I nettarii in questa specie hanno due sedi; esistono cioè nelle stipelle e nelle infiorescenze.
      Le stipole, due alla base d’ogni foglia, libere dal picciuolo, piccole, erbacee, di figura lanceolata, hanno una inserzione peltata. Dalla parte della loro pagina inferiore, rispondente al punto d’inserzione, sono incavate in modo da formare un piccolo bacino, che si direbbe designato ad essudare e trattenere il nettare. Ma negli esemplari che ho tenuto in osservazione parecchi giorni, non vi notai la minima secrezione.
      Nettarii indubitati invece si trovano nella pagina inferiore delle stipelle; e questo mi fu la prima volta palesato dalle formiche; le quali vidi andare a visitare di fogliolina in fogliolina queste stipelle, e trattenersi alquanto in ciascuna per lambire quella poca ed incospicua secrezione che vi trovano.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Phaseolus Bologna