Queste sono racemi di brachiblasti che si sviluppano all’ascella d’una brattea abortiva, disposti in ordine distico. Ogni brachiblasto crassissimo, abbreviatissimo, incurvo e appresso verso l’asse generatore, porta circa otto gemme florali, le quali hanno diversa sorte. Le due intime si sviluppano ciascuna in un fiore brevemente pedicellato (così ogni brachiblasto è bifloro); le altre cinque o sei nascono in ordine alterno distico sul dorso carnoso, incurvo del brachiblasto; e poiché, appena nate, cadono in atrofia, e presto si disarticolano, il brachiblasto, spogliato di esse, rappresenta una cresta curiosissima interposta a due fiori o a due frutti, escavata nel dorso da altrettanti alveoli quante erano le gemme atrofizzate. Il fondo di ogni alveolo è occupato dalla base circolare, pochissimo rialzata, del pedicello della gemma che si è disarticolata. Il tessuto periferico di questa base rigonfia in un cercine, e costituisce così un piccolo calice mellifero.
La secrezione di questi calicetti melliferi comincia assai copiosa quando i rispettivi fiori laterali sono vicini alla loro apertura, e questa secrezione perdura oltre la fioritura, continuando fino alla quasi maturità dei due legumi. Si noverano così circa sei nettarii assai cospicui foveolati alla difesa d’ogni coppia di fiori e di frutti.
La secrezione è piuttosto abbondante, come si evince, sia segregando le piante, sia noverando le formiche (ottima misura). In ogni infiorescenza si fermano circa tre o quattro formiche di grossa statura; e se le formiche, che hanno preso possesso della pianta, sono di esigua statura, allora sono numerosissime.
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