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      In primavera (a Vallombrosa) osservai con attenzione le gemme di tale specie sbocciate da qualche giorno, e mi occorse quasi sempre di osservare qualche formica in ogni ramo occupata a lambire le glandole picciuolari. Passava lentamente da una gemma all’altra
      . (Rapporti tra ins. e nett. estran., 1874, pp. 3 e 8.)
      Osservazioni fatte nell’orto botanico di Bologna dell’autunno del 1885. - Nel Prunus avium verso l’apice del picciuolo esistono normalmente due tubercoli protesi, rotondi od ellittici od ovoidi, oblunghi, tondeggianti nel vertice, assai cospicui. Talvolta ve ne ha un solo, talvolta tre, raramente quattro. Per lo più sono in sede affatto picciuolare e indipendente dalla lamina, talvolta risalgono fin sui margini di essa, in modo da costituire l’ultimo paio di serrature.
      Prunus Cerasus. - La glandulazione delle foglie di questa specie, almeno nelle varietà di coltura da me esaminate, non differisce punto da quella della precedente specie.
      Prunus Armeniaca. - In questa specie e nelle sue diverse razze i picciuoli delle foglie sono molto lunghi; sovente sono spogli di nettarii, sovente ne hanno due verso il mezzo e subopposti; talvolta ne hanno tre, e allora due sopra un margine della canalicolazione picciuolare, e uno sopra l’altro margine; talvolta ne hanno quattro, cioè due per ogni margine.
      A causa della lunghezza del picciuolo forse in questa più che in ciascuna altra specie del genere è mostrata la indipendenza delle glandole dal lembo fogliare. Anzi non di rado queste glandole hanno ripreso la figura originaria di pinnula fogliare; mostrando così che veramente, sotto l’aspetto morfologico, le foglie delle Amigdalee devono essere considerate come composte giusta il tipo pinnato.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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