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      È dalla loro ascella che si svolgono i pedicelli dei fiori maschili; pedicelli lassamente ordinati sopra racemi lunghissimi (o, se si vuole, cime uniseriali unipare).
      Le foglie, larghe poco meno di una mano, sono palmato-pedatilobate. Guardando alla loro pagina inferiore si scopre un numero variabile di punti spiccanti dal verde pallido fondamentale per un color verde intenso. Ciascuno di questi punti è un nettario; sono profusi senza regola fissa su tutta la lamina, e spesso una semisse ne contiene assai più dell’altra. Dove si sviluppa un nettario, il tessuto superficiale della foglia si affonda alquanto circolarmente, poi risale in un cercine circolare pochissimo rilevato; includente un disco nettarifero alquanto convesso. La secrezione è oltre modo diuturna. Comincia non appena le foglie hanno acquisito il quinto del loro sviluppo, e cessa solo allora che le foglie sono molto invecchiate. Il numero è variabile a tenore della robustezza delle foglie. Esaminatene parecchie, il numero minimo rilevato fu di 14, e di 40 il massimo. Adunque in media sono 27 nettarii per foglia. Si può avere una idea della notevole potenza adescativa di questa specie, pensando che la medesima manda qua e là dei tralci robusti e lunghissimi, provvisti di un grande numero di cosifatte foglie.
      Nettarii ascellari. All’ascella delle foglie vegetative si trova un organo squamoso che non ha riscontro in altri generi di Cucurbitacee. Passiamo a rassegna tutti i prodotti ascellari ed estrascellari. Vedesi in posizione tutt’affatto estrascellare il solito cirro, qui trifido e quadrifido.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Cucurbitacee