Nettari epibratteali. Le infiorescenze maschili, in racemi o cime racemiformi, portano brattee al tutto simili alle squame suddescritte. Anch’esse sono corpi carnosi linguiformi, muniti di grossi nettarii, copiosamente secernenti.
Luffa acutangula. - Nei modi della secrezione nettarea questa specie somiglia assai la precedente, salvo la variante che qui la funzione mirmecofila è alquanto diminuita. In primo luogo le foglie sono sfornite quasi totalmente di nettarii ipofilli. In otto foglie da me esaminate, appena una ne ho trovato che ne aveva uno soltanto.
Ma all’ascella delle foglie in tutta la regione vegetativa, esistono anche in questa specie quegli organi squamosi nettariferi che abbiamo rilevato nella precedente specie. Per altro qui sono, in media, alquanto più piccoli, ed hanno un minor numero di nettarii (da 1 a 4 per squama). Tali nettarii sono assai grossi, di squisita fattura, simillissimi in tutto a quelli sopra descritti.
Organi squamosi consimili sono le brattee delle infiorescenze maschili, e questa è la regione ove è più esaltata la funzione formicaria. Dette infiorescenze sono racemi semplici, allungatissimi, lassiflori, sviluppanti successivannente (a somiglianza dei corimbi-racemi delle crucifere) pedicelli fiorenti assai lunghi. Ora ad ogni pedicello risponde una brattea ascellante, la quale per un tratto maggiore o minore ha contratto aderenza col relativo pedicello, e nella parte sua esserta è foggiata a squama carnosa, breve, nettarifera nel dorso. Siffatte squame contengono o uno o due o tre nettarii.
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