FAMIGLIA DELLE PEDALINEEIl primo a vedere e notare le glandole mellifere in questa famiglia sembra essere stato LINNEO. Descrivendo il Sesamum orientale dice "Flores axillares, solitarii, pedunculo brevissimo, ad cuius basim bracteae duo lineares breve, et intra singulam (cioè all’ascella d’entrambe) glandula lutea, perforata". E del Pedalium Murex afferma che i picciuoli fogliari sono "utrinque glandulosi". E qui verosimilmente è incorso in un’inesattezza, perché, non i picciuoli, ma i pedicelli florali sono, secondo DE CANDOLLE (Prodr. etc., p. 256) "ad basim utrinque glandula instructi".
La vera natura morfologica di siffatti corpuscoli melliferi già si può intravedere, considerando la loro posizione ascellare ad una brattea; sono cioè metamorfosi di gemme florali: fenomeno a bastanza raro ma non unico, di cui già riferimmo esempi in più specie del genere Capparis (sez. Cynophalla). La qual congettura è poi tradotta in certezza dalla descrizione e figura data da BOJER del Dicerocaryum sinuatum (Pretrea zanguebarica DC.) nuovo genere di Pedalinee da lui trovato nelle coste di Zanzibar (ved. Ann. des sc. nat., ser. II, p. 269, tavola 10). Dalla figura di una di queste glandole si scorge che la metamorfosi ha colpito la corolla e gli organi interni, trasformandoli in un corpuscolo sferico, curiosamente cinto alla base dal calice gamosepalo cupuliforme, che è sfuggito alla metamorfosi.
Omologhi nettarii si troverebbero pure, secondo DE CANDOLLE nei generi Sesamopteris, Sporledera (pedicellis basi bibracteolatis, bracteolarum axillis glanduliferis), Harpagophythum.
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