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      A seguito di che non si comprende come abbia creduto contraria alle sue osservazioni la funzione formicaria da noi propugnata. Ma di ciò altrove.
      L’autore non ha avuto occasione di osservare le brattee del M. cristatum e del M. sylvaticum. Per quanto si può giudicare dalla inspezione di esemplari secchi, ci parvero fornite di nettarii le brattee inferiori delle infiorescenze di M. cristatum. Quanto all’altra specie siamo rimasti in dubbio.
      La scoperta del RATHAY presenta un grande interesse, perché è l’unico esempio fin qui cognito di nettarii estranuziali nelle Scrofulariacee, e perché, con fenomeno assai raro, scorgesi la funzione formicaria essersi venuta attuando in un genere di piante annue, gracili, che si è formato nelle regioni montane e fredde del Settentrione. Se sta vero che in generale un’elevata temperatura favorisce lo sviluppo della mirmecofilia, i Melampyrum (e anche qualche specie di altri generi, la Centaurea montana per es.) c’insegnano che questa funzione di relazione può riprodursi, perfezionarsi e perpetuarsi sotto condizioni di bassa temperatura.
      FAMIGLIA DELLE POLIGONACEEAd osservare i nettarii estranuziali presso i rappresentanti di questa famiglia sembra essere stato il primo W. POULSEN (Om nogle Trikomer og Nectarier, 1875). Non avendo noi la nota originale, ci atteniamo al rendiconto fattone nel Bot. Jahresber. di JUST per l’a. 1875. Risulta averne POULSEN rilevata la presenza in due specie, cioè nel Polygonum cuspidatum e nella Mühlenbeckia adpressa.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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