Riesce meno facile applicare questa interpretazione ai nettarii basilari, attesa la loro inserzione intrastipulare. Pure dovrebbero ben avere la stessa origine.
Nettarii delle infiorescenze. - Noteremo, a titolo d’esempio, la glandolazione d’una infiorescenza scelta fra le più robuste e vigorose. Essa era un racemo definito, terminato da un fiore femmineo. Questo produsse 17 brattee di 1° ordine, dall’ascella delle quali partivano altrettante cime dicotomiche, più volte composte; munite perciò di brattee d’ordine 2°, 3°, 4° ecc. Le otto cime inferiori sviluppavano fiori maschili soltanto; le rimanenti 9 cime sviluppavano fiori maschili e fiori femminei: erano pertanto androgine. La glandolazione era soltanto basilare, e ristretta alle brattee di 1°, 2° e 3° ordine, mancando assolutamente alle brattee d’ordine superiore. La glandolazione si sviluppava o ad un fianco o ad entrambi i fianchi di dette brattee, o non si sviluppava; producendo non mai più di un nettario per fianco. Nella regione maschile dell’infiorescenza ho noverato 14 nettarii ai fianchi di brattee di 1° ordine, 16 ai fianchi di brattee di 2° ordine, 17 ai fianchi di brattee di 3° ordine; in tutto 47 nettarii. Nella regione androgina dell’infiorescenza ho noverato 12 nettarii ai fianchi di brattee di 1° ordine, 6 ai fianchi di brattee di 2° ordine; 3 ai fianchi di brattee di 3° ordine; in tutto 21 nettarii. Così la infiorescenza intiera era difesa e protetta dal considerevole numero di 68 nettarii. Da ciò possiamo argomentare la straordinaria potenza mellifera delle infiorescenze di ricino.
| |
|