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      Osservando invece le foglie, naturalmente meno robuste, degli assi secondarii, non si suole osservare nessuna goccia nettarea, bensì uno o più bitorzoli, che a primo sguardo si accusano come sollevamenti verruciformi della cuticola.
      Ora questa differenza vuol essere spiegata. Il tessuto secernente è sottocutaneo. Se la squama è rigogliosa (come sono quelle dell’asse primario del turione) la secrezione mellea più abbondante, dopo avere sollevato la cuticola, la fa scoppiare con una crepatura longitudinale, e allora la goccia mellea comparisce all’aperto. Se la secrezione è meno abbondante (come appunto negli speroni degli assi di second’ordine), la cuticola non iscoppia, ma si solleva sotto forma di vesciche tubercoliformi. Pungendo con un ago siffatte vesciche, ne sgorga fuori il liquido.
      Questa secrezione non dura molto tempo, relativamente alle singole foglie; perocché tre o quattro decimetri più in basso dall’apice dei turioni suol essere scomparsa. E allora la punta dei cornicoli suole più o meno obliterarsi. Anzi talvolta la ho trovata divorata, verisimilmente dalle formiche. La secrezione è per contro assai diuturna, se la si considera nei turioni, perocché vanno svolgendo all’apice nuove foglie e nuove gemme secondarie per assai tempo. Del resto a Genova, ove in diverse località e per due anni di seguito (in aprile del 1879 e del 1880) ho osservato questa specie, ho constatato la grande efficacia di detta secrezione nello attirare sui turioni una moltitudine di formiche, che passeggiano su e giù lungo i medesimi, e che si veggono coll’addome disteso oltre l’usato e reso trasparente a causa del liquido ingurgitato.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





Genova