Detta secrezione fu vista nel Brasile attirare una quantità di formiche nere di piccola statura appartenenti al genere Crematogaster, e MÜLLER non esita ad affermare essere questa la più efficace protezione contro la formica tagliafoglie (Oecodoma). Infatti egli vide quelle fronde che per accidente mancavano della protezione delle formiche nere, essere tutte tagliuzzate dall’Oecodoma, e soltanto le giovanissime, giacché le adulte non sono toccate dalla Oecodoma stessa.
FR. DARWIN, nelle piante viventi in Inghilterra, notò invece il concorso di parecchie specie di formiche, sopra tutto di una Myrmica, oltre un Elater ed un altro coleottero. Suppone che la presenza delle formiche non possa essere di nessun giovamento a tali piante, perché le stesse sono, a suo dire, "singularly frees from enemies, not being eaten by the larger animals, by rodents, or by grasshoppers".
Contro questo giudizio insorge con ragione il Dott. O. D. BECCARI (Malesia, vol. II, fasc. I-II, p. 41), dicendo: "io credo invece che nella Pteris aquilina, meglio che in qualunque altra specie, sia giustificata la supposizione d’un uffizio di difesa per parte delle formiche, appunto perché le glandole non secernono nettare altro che quando sono giovanissime. La Pteris aquilina è una pianta cosmopolita e se in Inghilterra non ha attrattive per alcun animale, non è provato che non ne abbia nelle altre piante del mondo. Non è certamente vero che le felci anche da noi siano immuni dagli attacchi degl’insetti. Posso citare il fatto di un Cyrtomium falcatum che io coltivo in un cortile e che ha avuto quest’anno quasi tutte le fronde, mano mano che si svolgevano, spuntate da una larva verde di lepidottero.
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