(Già era scritta questa nota, quando incidentalmente venni a sapere, per indizio del preclaro Prof. Parlatore, che A. P. Decandolle nella sua Physiologie végétale aveva fatto cenno della brattea del tiglio qual mezzo di disseminazione. Trovai infatti, a pag. 597 di detta opera, il seguente periodo. «Les bractées isolées qui on trouve dans certaines plantes servent aussi d’ailes ou de parachutes pour facoriser la dissémination: ainsi, dans le tilleul, la bractée qui est soudée au pédicelle joue évidemment ce rôle». Da questo passo si può desumere avere il De Candolle indicato il fenomeno piuttosto per una vaga sebben fondata induzione, anziché per una esplicita osservazione di fatto. Per il che ho pensato conveniente di lasciar sussistere nella sua integrità questa nota.)
(3) Alcuni potrebbero essere tentati di obiettare che presso non poche specie dei generi Amaryllis, Crinum e Pancratium, gl’involucri seminali prendono uno sviluppo enorme e si cambiano in una massa carnosa. Ma bisogna avvertire che questa massa, più o meno solida, forse velenosa e non commestibile, è chimicamente e fisicamente diversa dalla polpa acquosa, gelatinosa ed essenzialmente commestibile che si accumula nei frutti delle sovra numerate piante. Io vado persuaso che la massa carnosa attorniante gli embrioni delle suddette amarillidee risponde ad altro scopo biologico che non è la disseminazione. Probabilmente servirà per preparare alle pianticine nascenti un alimento particolare con funzione analoga a quella del perisperma, oppure per somministrare una specie di concime.
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