Adanson, Ant. Lor. Jussieu, C. L. e Achille Richard, R. Brown, Lindley e dietro questi quasi tutti i botanici sistematici moderni considerarono il labello come una foglia perigoniale diversamente conformata. Linneo per l’opposto lo eliminava affatto dagli invogli florali, e ne faceva un nettario (nel senso da lui affisso a tale vocabolo). Link, assai più tardi, rivivificava in parte l’idea di Linneo, salutando quest’organo col nome di paracorolla.
C. Darwin infine nella succitata opera, discernendo le cose con occhio acuto, emise una teoria di gran lunga la più plausibile, la quale, a mio vedere, potrebbe veramente sciogliere il nodo della questione, quando venisse rettificata in qualche parte.
Siccome non è qui né luogo né tempo di sviscerare questi due punti di alto interesse morfologico, ho procurato nella nota B dell’appendice dare all’argomento un conveniente sviluppo.
(13) La mia biblioteca botanica, assai ristretta e soprattutto mancante di opere generali fitografiche moderne, non mi permise di ritrovare il nome generico e specifico di tal pianta. Perciò mi risolsi di consultare in proposito il distinto botanico dott. cav. Giovanni Casaretto, mio compatriota, della cui benevolenza sommamente mi onoro. Il medesimo, appena vista una cima fiorita di tal pianta, accennò al Physianthus albens di Martius, pianta nativa del Brasile. Veramente il caso non avrebbe potuto dirigermi a persona più competente al riguardo; conciossiaché il dott. Casaretto vide il Brasile, e descrisse un buon numero di piante brasiliane nel suo riputato opuscolo, avente se non erro il titolo: Plantarum brasiliensium decades.
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