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      [53] E per questa cagione medesima il drizzarsi ove gli altri seggano e favellino e passeggiar per la camera pare noiosa usanza. [54] Sono ancora di quelli che così si dimenano e scontorconsi e prostendonsi e sbadigliano, rivolgendosi ora in su l’un lato et ora in su l’altro, che pare che li pigli la febre in quell’ora: segno evidente che quella brigata con cui sono rincresce loro. [55] Male fanno similmente coloro che ad ora ad ora si traggono una lettera della scarsella e la leggono; peggio ancora fa chi, tratte fuori le forbicine, si dà tutto a tagliarsi le unghie, quasi che egli abbia quella brigata per nulla e però si procacci d’altro sollazzo per trapassare il tempo. [56] Non si deono anco tener quei modi che alcuni usano: cioè cantarsi fra’ denti o sonare il tamburino con le dita o dimenar le gambe; perciò che questi così fatti modi mostrano che la persona sia non curante d’altrui. [57] Oltre a ciò, non si vuol l’uom recare in guisa che egli mostri le spalle altrui, né tenere alto l’una gamba sì che quelle parti che i vestimenti ricuoprono si possano vedere: perciò che cotali atti non si soglion fare, se non tra quelle persone che l’uom non riverisce. [58] Vero è che se un signor ciò facesse dinanzi ad alcuno de’ suoi famigliari, o ancora in presenza d’un amico di minor conditione di lui, mostrerebbe non superbia, ma amore e dimestichezza. [59] Dèe l’uomo recarsi sopra di sé e non appoggiarsi né aggravarsi addosso altrui; e, quando favella, non dèe punzecchiare altrui col gomito, come molti soglion fare ad ogni parola, dicendo: - Non dissi io vero?


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





Male Vero