[100] Per la qual cosa in niuna maniera si può scusare il nostro Filostrato della proposta che egli fece piena di doglia e di morte a compagnia di nessuna altra cosa vaga che di letitia: conviensi adunque fuggire di favellare di cose maninconose, e più tosto tacersi. [101] Errano parimente coloro che altro non hanno in bocca già mai che i loro bambini e la donna e la balia loro: - Il fanciullo mio mi fece ieri sera tanto ridere! - Udite:... - - Voi non vedeste mai il più dolce figliuolo di Momo mio! - - La donna mia è cotale... - - La Cecchina disse... Certo voi no ’l credereste del cervello ch’ella ha! -. Niuno è sì scioperato che possa né rispondere né badare a sì fatte sciocchezze, e viensi a noia ad ogniuno.
XII [102] Male fanno ancora quelli che tratto tratto si pongono a recitare i sogni loro con tanta affettione e facendone sì gran maraviglia che è un isfinimento di cuore a sentirli; massimamente ché costoro sono per lo più tali che perduta opera sarebbe lo ascoltare qualunque s’è la loro maggior prodezza, fatta etiandio quando vegghiarono! [103] Non si dèe adunque noiare altri con sì vile materia come i sogni sono, spetialmente sciocchi, come l’uom gli fa generalmente. [104] E come che io senta dire assai spesso che gli antichi savi lasciarono ne’ loro libri più e più sogni scritti con alto intendimento e con molta vaghezza, non perciò si conviene a noi idioti, né al comun popolo, di ciò fare ne’ suoi ragionamenti. [105] E certo di quanti sogni io abbia mai sentito riferire (come che io a pochi soffera di dare orecchie), niuno me ne parve mai d’udire che meritasse che per lui si rompesse silentio, fuori solamente uno che ne vide il buon messer Flaminio Tomarozzo, gentiluomo romano, e non mica idiota né materiale, ma scientiato e di acuto ingegno.
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