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      [136] Questa usanza adunque, così di fuori bella et appariscente, è di dentro del tutto vana, e consiste in sembianti sanza effetto et in parole sanza significato, ma non pertanto a noi non è lecito di mutarla: anzi, siamo astretti, poiché ella non è peccato nostro, ma del secolo, di secondarla: ma vuolsi ciò fare discretamente.
     
      XV [137] Per la qual cosa è da aver consideratione che le cirimonie si fanno o per utile o per vanità o per debito; et ogni bugia che si dice per utilità propria è fraude e peccato e disonesta cosa, come che mai non si menta onestamente; e questo peccato commettono i lusinghieri, i quali si contrafanno in forma d’amici, secondando le nostre voglie, quali che elle si siano, non acciò che noi vogliamo, ma acciò che noi facciamo lor bene, e non per piacerci, ma per ingannarci. [138] E quantunque sì fatto vitio sia per aventura piacevole nella usanza, non di meno, perciò che verso di sé è abominevole e nocivo, non si conviene agli uomini costumati, però che non è lecito porger diletto nocendo: e se le cirimonie sono, come noi dicemmo, bugie e lusinghe false, quante volte le usiamo a fine di guadagno, tante volte adoperiamo come disleali e malvagi uomini: sì che per sì fatta cagione niuna cirimonia si dèe usare.
     
      XVI [139] Restami a dire di quelle che si fanno per debito e di quelle che si fanno per vanità. [] Le prime non istà bene in alcun modo lasciare che non si facciano, perciò che chi le lascia non solo spiace, ma egli fa ingiuria; e molte volte è occorso che egli si è venuto a trar fuori le spade solo per questo, che l’un cittadino non ha così onorato l’altro per via, come si doveva onorare, perciò che le forze della usanza sono grandissime, come io dissi, e voglionsi avere per legge in simili affari.


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Galateo overo De' costumi
di Giovanni della Casa
pagine 75

   





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