E come le spese minute per lo continuare occultamente consumano lo avere, così questi leggieri peccati di nascosto guastano col numero e con la moltitudine loro la bella e buona creanza: per che non è da farsene beffe. [326] Vuolsi anco por mente come l’uom muove il corpo, massimamente in favellando, perciò che egli aviene assai spesso che altri è sì attento a quello che egli ragiona che poco gli cale d’altro; e chi dimena il capo e chi straluna gli occhi e l’un ciglio lieva a mezzo la fronte e l’altro china fino al mento, e tale torce la bocca, et alcuni altri sputano addosso e nel viso a coloro co’ quali ragionano; trovansi anco di quelli che muovono sì fattamente le mani come se essi ti volessero cacciar le mosche: che sono difformi maniere e spiacevoli. [327] Et io udii già raccontare (ché molto ho usato con persone scientiate, come tu sai) che un valente uomo, il quale fu nominato Pindaro, soleva dire che tutto quello che ha in sé soave sapore et acconcio fu condito per mano della Leggiadria e della Avenentezza. [328] Ora, che debbo io dire di quelli che escono dello scrittoio fra la gente con la penna nell’orecchio? E di chi porta il fazzoletto in bocca? O di chi l’una delle gambe mette in su la tavola? E di chi si sputa in su le dita? E di altre innumerabili sciocchezze? le
quali né si potrebbon tutte raccorre, né io intendo di mettermi alla pruova: anzi, saranno per aventura molti che diranno queste medesime che io ho dette essere soverchie.
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Vuolsi Pindaro Leggiadria Avenentezza
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