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      Del resto, perché quelli che ignorano la forza delle dimostrazioni matematiche e non sono abituati a distinguere le vere ragioni dalle verosimili non ardiscano negare tutto ciò senza esaminarlo, voglio avvertirvi che il movimento che ho appena spiegato deriva dalla sola disposizione degli organi visibile nel cuore, dal calore che vi si può avvertire con le dita, e dalla natura del sangue che è nota per esperienza, con una necessità pari a quella del movimento che in un orologio dipende dalla forza, dalla posizione e dalla forma dei contrappesi e delle ruote.
      Ma se si domanda perché il sangue delle vene non si esaurisca passando così di continuo nel cuore, e perché le arterie non se ne riempiano troppo dal momento che tutto quello che passa dal cuore si riversa in esse, mi basta rispondere con quel che ha già scritto un medico inglese, il quale va lodato per avere rotto il ghiaccio su questo punto, e per essere stato il primo a insegnare che ci sono alle estremità delle arterie molti piccoli passaggi attraverso i quali il sangue che ricevono dal cuore penetra nelle piccole ramificazioni delle vene, e di qui torna di nuovo al cuore, di modo che il suo corso non è altro che una circolazione ininterrotta. E questo lo prova assai bene con l'esperienza ordinaria dei chirurghi, che, legato il braccio senza stringere troppo al di sopra del punto in cui incidono una vena, fanno sì che il sangue ne esca più abbondante che se non l'avessero legato. Accadrebbe proprio il contrario che se la legatura fosse al di sotto, tra la mano e il punto di incisione, o anche se fosse al di sopra e molto stretta.


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Discorso sul metodo
René Descartes
di
pagine 69