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      La durezza dei tessuti di cui sono composte la vena arteriosa e la grande arteria mostra poi a sufficienza che il sangue batte con maggior forza qui che non nelle vene. E perché mai la cavità sinistra del cuore e la grande arteria sarebbero più ampie e più larghe di quella destra, e della vena arteriosa, se non fosse che il sangue dell'arteria venosa, essendo stato solo nei polmoni dopo essere passato dal cuore, è più sottile e si rarefà di più e più facilmente di quello che viene immediatamente dalla vena cava? E che cosa potrebbero mai capire i medici quando sentono il polso, se non sapessero che, secondo che muti la sua natura, il sangue può rarefarsi per il calore del cuore più o meno fortemente e più o meno in fretta di prima? Se poi si cerca come questo calore si comunichi alle altre membra, non si deve forse ammettere che avviene per mezzo del sangue che passando attraverso il cuore si riscalda e di qui si espande in tutto il corpo? Per questo, se si toglie il sangue da una parte, se ne toglie anche il calore; e anche se il cuore ardesse come ferro rovente, non basterebbe a scaldare le mani e i piedi, come fa, se non vi mandasse in continuazione nuovo sangue. Inoltre, si comprende da ciò che la vera funzione della respirazione è di portare nei polmoni tanta aria fresca da consentire al sangue che viene dalla cavità destra del cuore, dove si è rarefatto e quasi trasformato in vapore, di ispessirsi e convertirsi di nuovo in sangue prima di rifluire nella cavità di sinistra; senza di che non sarebbe adatto ad alimentare il fuoco che vi si trova.


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Discorso sul metodo
René Descartes
di
pagine 69