E se scrivo in francese, che è la lingua della mia terra, piuttosto che in latino, che è quella dei miei precettori, è perché spero che quanti si servono della loro ragione naturale pura e semplice giudicheranno meglio delle mie opinioni di quelli che credono soltanto ai libri degli antichi. Quelli poi che al buon senso uniscono lo studio, e che mi auguro di avere come soli giudici, non saranno, ne sono certo, tanto partigiani del latino da rifiutarsi di intendere le mie ragioni perché le spiego in volgare.
Per il resto, non voglio dir nulla, qui, nei particolari, dei progressi che spero di fare in futuro nelle scienze, né impegnarmi pubblicamente con promesse che non sono sicuro di mantenere; dirò soltanto che ho deciso di impiegare unicamente il resto della mia vita nello sforzo di acquistare qualche conoscenza della natura, da cui possano trarre per la medicina precetti più sicuri di quelli avuti fin qui; e che la mia natura mi tiene tanto lontano da ogni disegno di altro genere, soprattutto da quelli che non potrebbero giovare ad alcuni senza arrecare danno ad altri, che se qualche caso mi costringesse a impegnarmi in essi, non sarei, credo, capace di riuscirci. Faccio qui una dichiarazione che, lo so bene, non può servire a procurarmi considerazione nel mondo, ma non ne ho neppure nessuna voglia; e mi riterrò più obbligato, sempre, verso quelli che mi consentiranno col loro favore di godere senza impedimenti del mio tempo, di quanto lo sarei verso chi mi offrisse le cariche più onorevoli della terra.
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