Il penetrare nelle passate età, e il sapere come la nazione sia stata retta così in pace, come in guerra; l’internarsi nello spirito delle leggi o antiche, o che a misura delle circostanze promulgate si sono, colle quali è stata governata; l’indagare i progressi dell’agricoltura e del commercio, e come accrescendosi l’una, e fiorendo l’altro siesi la nazione arricchita; e decadendo, sia [8] divenuta povera; il cercare i costumi della medesima, e i modi co’ quali siensi corretti, qualora deviavano dal diritto sentiero della ragione; l’andare in traccia degli uomini illustri, che co’ loro talenti politici hanno saputo tenere nel giusto equilibrio lo stato, e coi loro lumi hanno coltivato le scienze e le arti, ed indicate le maniere di renderle utili alla società, sono tante salutari istruzioni al nazionale, per apprendere in qual modo possa vantaggiare la sua patria, e rendersi così degno d’essere numerato fra’ giovevoli membri di essa; sono tanti dolci sproni, che lo invitano a sagrificare le sue vigilie in servigio della medesima.
Saranno già trascorsi 12 anni, da che io, dietro d’aver servito il mio ordine, e la chiesa di Palermo nell’istruire la gioventù negli studî de’ sacri fasti della chiesa, e della dommatica teologia, di cui diedi allora alla luce le instituzioni per uso del suo clero di Palermo, per comando del nostro grazioso sovrano, che per sua clemenza mi onorò col titolo di suo regio istoriografo, e per mio particolare genio ancora mi sono applicato alla studio della nostra storia.
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