Dopo la morte di questo principe, assunto, giusta la di lui testamentaria disposizione, il suo secondogenito Giacomo al diadema siciliano, rammentasi nella carica di vicerè l’anno 1291 Niccolò Lancia, sebbene ci sia ignoto in quale occasione sia stato costui lasciato per governarci. Chiamato indi Giacomo alla corona d’Aragona nella morte del fratello Alfonso, nè volendo spogliarsi di quella di Sicilia, quantunque il dovesse in forza del testamento paterno, lasciò per vicario Federico suo fratello, il quale, comechè dovesse essere il sovrano della Sicilia, si contentò nondimeno, per compiacere Giacomo, di cedere a’ suoi diritti, e amministrare il regno in nome di esso.
Penetratasi dai Siciliani la cessione della Sicilia fatta dal nuovo re di Aragona a Carlo lo Zoppo di Angiò, nè avendo potuto gli ambasciadori spediti dal regno persuadere quel sovrano a ritrarsi da quanto promesso avea, fu Federico, ch’era il vicario, coll’unanime voto della nazione acclamato l’anno 1296, e coronato per sovrano. Questo principe si fermò sempremai presso di noi, nè si allontanò se non quando l’anno seguente 1297, andò per breve tempo in Calabria ad impadronirsi di alcune terre e castella di quella provincia, e quando l’anno 1298 udendo che il fratello Giacomo veniva in Italia a fine di farlo sbalzare dal trono, partì per andare a combatterlo per mare. In questa seconda occasione (giacchè della prima non abbiamo monumenti, che ci additino chi fosse restato a governarci), lasciò per vicario il suo primogenito Pietro II, che poco prima avea fatto coronare e riconoscere per re di Sicilia.
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