Non potè il re Martino eseguire il meditato viaggio per Barcellona. Arrivato in Alquer, e vedendo a qual grado era giunta la ribellione de’ Sardi, credè, che fosse più espediente il fermarvisi colle truppe, che avea recate da Sicilia, e perciò spedì Bernardo Caprera conte di Modica al padre per sollecitare l’armata aragonese, che dovea [19] unirsi alla sua, per attaccare in battaglia i rubelli. Intanto la regina Bianca rimasta governatrice del regno reggeva con dolcezza ed umanità i popoli, e intenta sempre ad agevolare le imprese del suo caro sposo, spediva in Sardegna truppe, cavalli, orzi, farine, biscotto, e quanto potea preparare per servizio dell’armata, ed animava i mercadanti, con far loro a nome del marito generose promesse, a portare de’ viveri in quell’isola. Abbiamo preziosi monumenti tratti da’ nostri archivî che promulgheremo, quando la sorte ci permetterà di pubblicare la nostra storia civile di questo regno, da’ quali rilevasi, quanto la Sicilia contribuì al buon esito della guerra di Sardegna, e come la regina Bianca si affaticò per soddisfare le brame del re Martino.
Secondò la fortuna le mire di questo prode sovrano, cui riuscì con un oste assai minore di quella de’ rubelli di guadagnare sopra di loro due battaglie, l’una navale al primo di giugno 1409, e l’altra a’ 26 dello stesso mese per terra, per la quale uccise loro sei mila uomini, e ridusse il visconte di Narbona coi suoi a fuggire, e a ricoverarsi nel castello di Morreale (18). Mentre questo invitto principe meditava di compire l’opera, e d’impossessarsi del resto dell’isola, cadde infermo in Cagliari, e fu rapito dalla morte a’ 25 di luglio dello stesso anno 1409, non già 1408, come il Muratori (19) lasciandosi strascinare dall’autore del frammento della storia siciliana (20) erroneamente lasciò registrato.
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