Non solamente i Siciliani bramavano di aver l’infante Giovanni per sovrano, ma i Napolitani ancora nudrivano lo stesso desiderio. Appena era egli arrivato in Sicilia, che se gli esibirono parecchi baroni di quel regno, e sopra tutti i Calabresi, ch’erano malcontenti del governo della regina Giovanna, di agevolarlo alla conquista di Napoli, lo che, stanti le turbolenze ch’erano nella corte, era assai agevole di ottenere. Non sapendo questo principe qual fosse per essere la volontà del padre, e se avesse voluto vendicarsi dell’affronto fattogli della regina Giovanna, che dietro di avere conchiusi gli sponsali coll’infante suddetto, avea senza verun motivo scelto un altro per marito, stimò d’intrattenere con favorevoli risposte i baroni mentovati, e intanto scrisse al padre per udire dal medesimo cosa fosse da farsi in quelle circostanze. Ma il re Ferdinando, che non avea per norma delle sue azioni che la giustizia, conoscendo i diritti che avea la regina Giovanna nel regno di Napoli, ebbe orrore a fomentare la ribellione de’ suddetti baroni, e scrisse al figliuolo, che non volea che si facesse veruna novità (88).
Escluso per le determinazioni del re di Aragona il progetto della conquista del regno di Napoli, si applicò interamente l’infante Giovanni a procurare la felicità dei Siciliani. Ci duole all’estremo che ci manchino tutti i monumenti, da’ quali potrebbe agevolmente rilevarsi quali utili provvedimenti abbia egli dati a vantaggio di questo regno. Ce ne restano pochi, che rapporteremo, da’ quali si detegge l’ottimo governo di questo principe.
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