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      Non sappiamo in quest’anno cosa sia accaduto di particolare in Sicilia sotto il loro governo, se forse non se ne eccettua la peste, la quale, malgrado le diligenze che si erano usate per allontanarla, era penetrata nell’isola, dietro di avere già abbandonate le contrade napolitane. Di questa peste non fanno veruna menzione i nostri nazionali, e solo l’accenna l’autore del frammento della storia siciliana, il quale assicura che cominciò ad infettare la nostra Sicilia nel mese di aprile 1423, e che la strage fu particolarmente in Catania, e che morì allora Bernardo Caprera, che era il gran giustiziere (131). Dal che ricaviamo che questo cavaliere, che era stato trasportato in Ispagna e privato dei suoi castelli e della carica di gran giustiziere, nel regno del re Alfonso entrò in di lui grazia, riprese questa insigne carica, ritornò nel possesso dei suoi beni, e morì in Sicilia l’anno 1423. Dal Surita (132) sapevamo, che se gli erano restituiti i beni [47] che possedea in Sicilia, ma che vi fosse ritornato, avesse ripreso l’uffizio di gran giustiziere, e fosse cessato di vivere l’anno 1423 ci sarebbe ignoto, se l’anonimo scrittore del frammento suddetto non ce ne avesse avvertito.
     
      CAPO VII.
      Niccolò Speciale, nel di cui governo venne in Sicilia, e vi esercitò dominio l’infante Pietro.
      Ecco un solo vicerè, che regola tutta la Sicilia. Fu questi Niccolò Speciale maestro razionale del regno, e signore di Paternò, di Spaccaforno, e di altri luoghi. Era egli nato in Noto, e fu uomo di rari talenti, e molto caro al re Alfonso.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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