Prima di abbandonare la Sicilia volle l’infante Pietro fare un piccolo giro per le città principali di essa, e venendo prima a Noto, e di poi a Catania, di là passò a Palermo nel mese di novembre, e da questa capitale si ridusse a Trapani, dove aspettava la flotta, con cui dovea partire per andare prima in Sardegna, secondo gli ordini del fratello, e poi in Ispagna. Si trattenne in detta città per lo meno sino a’ 4 di febbraro 1425, essendovi nell’uffizio del protonotaro un suo dispaccio dato in detto giorno da Trapani. Fe’ anche partenza per Catalogna il principe Federico, conducendo seco Tarsia sua madre donna catanese, ed una sorella.
Allontanatosi l’infante Pietro dalla Sicilia, ne riprese il governo Niccolò Speciale, e durò solo in questa carica fino all’anno 1429. Molte utili provvidenze si ritrovano date da questo famoso governante. Merita sopra di ogni altra di essere commendata la prammatica che promulgò in Messina a’ 2 di agosto 1425 (140). Erano quei tempi calamitosissimi per la chiesa di Dio, e sebbene Martino V la reggesse, non era nondimeno il pastore universale; giacchè persisteva ancora nello scisma Pietro de Luna, che si facea chiamare Benedetto XIII, ed era riconosciuto per pontefice in molti stati, e principalmente in quelli del re Alfonso, che trovandosi in collera con Martino, che sostenea il partito della regina Giovanna, avea fatto riconoscere ne’ suoi regni, e per conseguenza in Sicilia, Pietro de Luna per legittimo papa.
I tempi dell’anarchìa sono quelli de’ vizî, facendosi ciascheduno lecito ciò, che gli viene in grado di fare.
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