Lo attestano oltre il Surita (146), gli scrittori di quei tempi. Vaglia per tutti Bartolommeo Fazio, che fu contemporaneo, e familiare del re Alfonso. Eccone le parole (147): Nec multi dies intercessere, quum foedus hisce legibus sancitum est, ut scilicet Alphonso, fratribus, regibusque, et coeteris captivis, quos Mediolani, quos Genuae in potestate haberet, sine precio dimissis, societas eo iure staret etc.
Cominciò a governare il regno questo conte di Caltanissetta in compagnia di Niccolò Speciale nel mese di settembre 1429. Nell’uffizio del protonotaro, che noi abbiamo particolarmente riscontrato, non lo troviamo sottoscritto insieme con Speciale prima dei 13 dello stesso mese. Durarono ambidue in questa amministrazione per un solo anno, imperocchè nel seguente anno 1430, come diremo nel capo di appresso, fu loro unito un terzo, cioè il conte di Geraci.
Noi non abbiamo alcuna fra le determinazioni, che fecero in quest’anno i due vicerè Speciale, e Moncada, che sia degna di commendazione, salvo che l’approvazione da loro data alle costituzioni, e capitoli intorno all’uffizio, e ai diritti del protomedico, che scrisse Antonio di Alessandro protomedico del regno. Queste costituzioni in progresso di tempo furono corrette, e più chiaramente stese da Filippo Ingrassia, che fu ancora egli nello stesso posto, il quale le fe’ poi l’anno 1564 stampare in Palermo con una prefazione, nella quale dà conto delle medesime, come furono distese dal di Alessandro, e confermate dai ridetti vicerè, e di ciò che egli vi avea tolto, o aggiunto.
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