Noi lo troviamo in Palermo ai 14 di gennaro 1433 nel qual giorno vuolsi dal Mongitore (151), che egli vi abbia celebrato un parlamento nel regio ospizio. Fondasi egli sulle parole del protonotaro Leonardo di Bartolomeo, che stanno annesse ai capitoli, che furono in quella occasione promulgati: Lecta fuerunt praedicta capitula per me Leonardum de Bartholomeo prothonotarium, et logothetam in Sala magna terranea Regii Ospitii felicis urbis Panhormi, praefato Excellentissimo Domino Rege more regio in Solio sedente, praesentibus ibidem Praelatis, Comitibus, Baronibus, Collateralibus, Doctoribus, aliisque quamplurimis in numero copioso die XIV. Januarii XII. Indictione MCCCCXXXIII. Regnique dicti Serenissimi Regis nostri decimo octavo. Ma che questa sia stata quell’adunanza, che noi chiamiamo parlamento, non sappiamo persuadercelo. Noi per parlamento intendiamo la unione dei tre ordini dello stato, cioè degli ecclesiastici, dei baroni, e dei rappresentanti delle città demaniali, i quali radunati esaminano ciò che riguarda o il servizio del sovrano, o il vantaggio del regno. Non entrano in quest’assemblea nè i collaterali, nè i giureperiti, nè altra qualsiasi persona, che non sia dei tre divisati ceti. Non fu dunque questo un parlamento propriamente detto, ma fu una promulgazione di alcuni stabilimenti fatti dal re Alfonso per il vantaggio del regno di Sicilia, ai quali volle egli dare tutta la forza possibile, facendoli pubblicare nel regio palagio, sedendo egli sul trono, e alla presenza dei prelati, dei conti, dei baroni, dei suoi ministri consiglieri, e di chiunque altro che volesse udirne la lettura.
| |
Palermo Mongitore Leonardo Bartolomeo Lecta Leonardum Bartholomeo Sala Regii Ospitii Panhormi Excellentissimo Domino Rege Solio Praelatis Comitibus Baronibus Collateralibus Doctoribus Serenissimi Regis Alfonso Sicilia
|