Vincenzo Auria (152) parlando della dimora del re Alfonso in Sicilia, dove si trattenne fino all’anno 1435, rapporta due cose che meritano di essere emendate, cioè 1° che questo serenissimo principe in quel tempo: fece comporre, e pubblicare da Jure-Consulti il rito di Sicilia, e 2° che publicò..... una Prammatica detta Catalana intorno ai Prelati di Sicilia, e i Vassalli del Re, benchè oggi non si osserva. La pubblicazione del rito fu assai posteriore; può ben essere, che egli allora ne abbia data l’incombenza ai [53] giureperiti, ma la promulgazione del rito non fu fatta che l’anno 1446, come costa dal privilegio dato apud Maczonum Rosarum prope Hospitaletum (ch’era un luogo vicino a Capua, dove trovavasi egli accampato) die vigesimo tertio mensis octobris decimae indictionis anno Domini millesimo quadrigentesimo quadragesimo sexto (153). Riguardo alla prammatica detta catalana, che non sapremmo dire se fosse stata allora pubblicata, egli è falso che fosse in disuso, giacchè fu sempre osservata, e tuttavia si osserva nel nostro regno; sebbene per amore della verità dobbiamo confessare, che i raccoglitori delle prammatiche lasciarono d’inserirvela o per malizia, o per dimenticanza. Espone poi assai confusamente questo cronologo l’argomento di questa prammatica, dicendoci che sia intorno ai prelati di Sicilia, e i vassalli del re, non ricavandosi dalle di lui parole cosa s’intendea. Questa prammatica adunque per intelligenza di chi legge nacque dall’enorme abuso che faceano i vescovi delle armi spirituali, fulminando per ogni menoma causa la scomunica contro i ministri regî, ed i baroni feudatarî, i quali sotto il nome di vassalli unicamente vengono.
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