Questi due presidenti del regno conservarono la detta carica fino che, partito il re Alfonso, prese il comando di Sicilia l’infante Pietro, di cui ora favelleremo.
CAPO X.
L’infante Pietro, e poi Ruggiero Paruta.
Si è da noi rammentata nel capo antecedente la presa di Capua fatta dagli amici del re Alfonso, e la partenza di questo sovrano con sette galee ad oggetto di prendere ancora la forte piazza di Gaeta, acciò avendo in potere queste due città, e le loro castella, potesse agevolmente marciare allo assedio di Napoli. La partenza del re può fissarsi nel mese di aprile 1435, o a quel torno; giacchè noi dai registri della regia cancellaria rileviamo, che egli nel mese di [55] marzo del detto anno era tuttavia in Messina; nè veggiamo i nuovi dispacci dell’infante Pietro, che sotto i tre del maggio seguente.
Questo real principe dunque, da che partì il fratello alla volta di Gaeta, prese le redini del governo, e cessarono allora di comandare coloro, che, presente il re Alfonso, esercitavano la carica di presidenti del regno. Noi non troviamo nel breve tempo che dimorò l’infante in Sicilia altri dispacci, che i suoi, nei quali senza dirsi nè vicerè, nè presidente, adoprò lo stesso titolo che è stato da noi accennato, quando abbiam rammentato il primo suo arrivo in Sicilia, essendo vicerè Niccolò Speciale (160). Dal che si può a ragione dedurre che egli avesse ottenuta dal fratello una generale sopraintendenza su di ambi i regni di Napoli, e di Sicilia, dove senz’altra antecedente commissione comandava come luogotenente di Alfonso, allor quando questi era lontano.
| |
Alfonso Sicilia Pietro Pietro Ruggiero Paruta Capua Alfonso Gaeta Napoli Messina Pietro Gaeta Alfonso Sicilia Sicilia Niccolò Speciale Napoli Sicilia Alfonso
|