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      Il terzo di questi presidenti lasciati dal Paruta, cioè Leonardo di Bartolomeo, era un cavaliere palermitano famoso giureconsulto, ed oltre di essere protonotaro del regno, era ancora signore della terra della Trabia, che oggi è eretta in principato. Molto prima, cioè l’anno 1431 era stato egli mandato alla corte del re Alfonso, che trovavasi in Messina, in compagnia di Giovanni Abbatellis, e di Francesco Ventimiglia, per presentare a questo sovrano alcune suppliche a nome della città di Palermo; e ne ottenne la reale approvazione. Riguardavano queste i privilegi, e consuetudini di essa città capitale, la quale dimandava: 1° che i cittadini nelle cause così civili, che criminali, potessero, prima che fosse pronunziata la sentenza, convenire fra di loro, e concordarsi, senza che fosse necessario il permesso di quel tribunale in cui si era introdotta la causa, e senza doversi pagar nulla ai giudici: 2° che salvo i tre casi eccettuati dal re Martino, non potessero i cittadini essere carcerati, subito che dessero una idonea mallevadorìa: 3° che quando il giudice della corte pretoriana conosce che le lettere regie, o viceregie, o di altro uffiziale urtassero contro i privilegi della città, se ne potesse sospendere l’esecuzione, e potesse l’università farne delle rimostranze una, due, e più volte; e 4° finalmente che fosse lecito ai cittadini di camminare armati, purchè non facciano abuso delle armi; nel qual caso sieno vietate solo a colui che ne abusa (166).
      Era Leonardo di Bartolomeo un uomo popolare, e rispettato dalla plebe, come ne diede le prove l’anno 1450, quando suscitatosi in Palermo un tumulto contro coloro che amministravano negligentemente l’annona, e poi dilatandosi contro le persone ricche, e [57] potenti (167), egli girando per le piazze, acquietando il furibondo popolo, e dando le provvidenze necessarie, perchè non mancasse il pane, sedò quella tempesta, e liberò la città dal saccheggio; sebbene a costo della propria vita; giacchè vi fu ucciso da Tommaso Crispo, che era uno dei sollevati, cui non piacea che cessasse la sollevazione.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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