Dietro al Paruta colloca il Fazello (193) un certo Pietro Montagna. Bisogna però convenire che questo nostro storico abbia fatto un mazzo di granchi nel descriverci il catalogo dei vicerè, che governarono la Sicilia sotto il re Alfonso. Ecco come egli li numera: l’infante Pietro, Niccolò Speciale, Gilberto Centelles, Battista Platamone, Ruggiero Paruta, Pietro Montagna, Bernardo Rochense, e poi Lupo Simenio Durrea (194). Da quanto si è finora detto, e da ciò che si dirà in appresso, si fa palese quanto questa cronologia del Fazello sia scorretta. Anche l’Inveges (195) mentova fra i vicerè il Montagna, e si meraviglia come il Pirri trascuri di nominarlo nel catalogo dei vicerè di Sicilia, e dice che egli governò il regno col carico di presidente del regno nel 1420. Filadelfo Mugnos antecedentemente a questo (196) scrisse, che il detto cavaliere, che vuole aragonese, [64] occupò molti supremi posti, e fra questi quello di vicerè nell’anno 1447. La differenza fra questi scrittori nello stabilire l’anno, in cui vogliono che il Montagna abbia governato il regno nostro: il volere alcuni che fosse stato vicerè, ed altri che fu eletto presidente: e il non trovarsi nei registri della regia cancellaria, e del protonotaro verun dispaccio di questo signore negli anni in cui dicesi da essi vicerè, o presidente di Sicilia, sono i motivi che ci hanno indotto a non noverarlo in questa nostra cronologia.
Furono adunque successori di Bernardo Requesens i due Gilberto Centelles, e Battista Platamone.
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