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      Quanto abbiamo finora riferito di questo cavaliere abbastanza addimostra qual uomo ei fosse, e in qual pregio lo avesse avuto il re Alfonso, il quale oltre di averlo promosso alla carica di suo maresciallo, e di averlo eletto governatore di Rosciglione, e di Cerdagna, si avvalse della di lui attività in varie ambascerie che mandò a molti principi, ed in particolare in quella che spedì all’imperatore Sigismondo l’anno 1434 in occasione che questo augusto dovea cingersi la fronte del serto imperiale, e per trattarvi il grande affare della continuazione del concilio di Basilea, come racconta il Surita (208), il quale parlando di questo ministro assicura, che il re Alfonso gli affidava le incombenze più segrete, e scabrose: en quien el Rey siempre encarcava las cosas de mayor confiança. Non fia perciò meraviglia, se dietro a tanti singolari servigii ricevuti dal Perellos, questo sovrano l’abbia eletto conte di Castellammare della Stabia, e volendogli accordare un riposo l’abbia scelto durante la sua vita per vicerè di Sicilia.
      Non dovette questo vicerè continuare molto tempo in questa vitalizia carica: era egli vecchio, quando vi fu promosso, giacchè si fa menzione di esso fino dall’anno 1391 qualora dal re di Aragona Giovanni I fu creato visconte de Perellos in Saragoza ai 13 di febbraro (209); sicchè essendo da questa creazione all’elezione di vicerè scorsi cinquant’anni, è assai verisimile che fosse avanzato in età, quando fu destinato per governare questo regno. Noi opiniamo, sebbene ci manchino le notizie che ce lo avvisino, che egli non vi durò che presso a due anni, e che morì in questo impiego; giacchè all’anno 1443 vediamo promosso a questa carica Ximenes de Urrea, di cui favelleremo nel capo che siegue.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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