Egli è a credersi, che terminato appena il mentovato parlamento il vicerè Lupo Ximenes de Urrea, valendosi della facoltà ottenuta dal re Alfonso di potere a suo piacere abbandonare la Sicilia per lo spazio di sei mesi, sia partito dal regno; imperocchè noi troviamo nell’uffizio del protonotaro (243) un dispaccio viceregio dello stesso, per cui in forza dell’autorità conferitagli da S.M., quando ai 25 di giugno 1445 fu eletto vicerè proprietario, elegge per presidente del regno durante la sua lontananza Antonio Rosso. Questo dispaccio è dato in Palermo ai 15 di giugno 1446. Questo cavaliere, cui si dà ancora l’altro cognome di Spadafora (244), era il conte di Sclafani, e noi lo vedremo ben due altre volte lasciato dal mentovato vicerè per presidente del regno.
Per qual motivo ei sia partito, e dove sia andato, non si sa; nè viene da verun monumento additato; ma verisimilmente sarà ito a salutare il re Alfonso in Napoli, da cui era estremamente amato, e forse a conferire con esso intorno agli affari del regno di Sicilia. Ritornò egli presto a riprendere l’esercizio della sua carica, trovandolo noi in Sicilia l’anno seguente 1447, dove si trattenne tutto l’anno di appresso 1448, e parte dell’anno 1449.
Era il re Alfonso in guerra coi Veneziani, e col conte Francesco Sforza per sostenere il duca Filippo di Milano, contro di cui costoro aveano prese le armi. Or siccome quelli erano potentissimi per mare, i Milanesi credettero, che facendo loro una guerra marittima, sarebbe stato agevole il distrarli dall’assedio di Milano.
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