Fu pregato perciò il nostro re, perchè preparasse una flotta per tenere occupati i Veneziani a difendere il loro commercio. Alfonso non era in istato di far fronte con una poderosa classe ai medesimi; volendo nondimeno compiacere il duca, da cui riconoscea la sua libertà, e quella dei fratelli, fe’ armare una grossa nave da carico, il di cui comando fu dato ad Innico Davalo riputato per uno dei più sperimentati capitani nelle guerre marittime, con ordine di dare la caccia alle navi veneziane, che venivano da Alessandria. Questo illustre uomo unendo alla nave affidatagli dal re un’altra più piccola, che avea predata verso Tunisi, cominciò ad incrocicchiare nel mare jonio, e a far danno ai trafficanti veneziani. Interessava moltissimo a quella repubblica la libertà del commercio, che era allora la sorgente delle sue ricchezze; e perciò udendo le scorrerie di queste barche comandate dal Davalo, fe’ tosto armare sei navi da carico, cui unì quindici galee con ordine d’inseguire le navi reali, e discacciarle da quei mari. Arrivata la flotta veneziana nel mare jonio, Innico, che conoscendosi di gran lunga inferiore non avea voglia di menar le mani, pensò meglio di mettersi al largo, e prese la via di Sicilia. Le navi veneziane accortesi della sua fuga, cominciarono ad inseguirlo, ed a far forza di vele per raggiungerlo; ma sopravvenuta la notte non furono più al caso di riuscirvi, ed egli ebbe campo di salvarsi a Siracusa. Non perciò si smarrirono i Veneziani, ma coraggiosi entrarono violentemente in quel porto.
| |
Veneziani Innico Davalo Alessandria Tunisi Davalo Innico Sicilia Siracusa Veneziani
|