Laonde pensando ai casi loro, nè volendo restar sproviste, impedirono l’ulteriore estrazione dei grani, quantunque appartenessero ai Messinesi, che li aveano comprati. Fu ricorso perciò da questi al vicerè Gio. Moncayo, il quale non intendendo i sacri diritti della natura, dai quali i Naresi, e i Licatesi erano assistiti, nè conoscendo la cabala che potea appiattarsi nell’eccessiva compra fatta dai Messinesi, senza più riflettere comandò che si lasciassero liberamente sortire da Naro, e dalla Licata tutti quei frumenti, che per compra anteriormente fatta appartenevano ai Messinesi.
Il can. Antonino Amico (324), e l’Auria (325), che segue le di lui pedate, assegnarono due governi a Gio. de Moncayo, l’uno l’anno 1459 e l’altro l’anno 1462, e fra questi due tempi vogliono che ci abbia retto l’anno 1461 Bernardo de Requesens. S’eglino avessero riscontrato con diligenza i registri dell’uffizio del protonotaro, che citano in margine, si sarebbono agevolmente accorti del loro sbaglio, ed avrebbono di leggieri conosciuto, che Giovanni de Moncayo, da che l’anno 1459 fu destinato al governo di Sicilia, vi continuò fino alla morte accaduta a’ 27 ottobre 1462, senza che il Requesens fosse ancor venuto a reggere questo regno. Tre dispacci regî adunque di Giovanni sovrano di Aragona rinvengonsi nei riferiti registri, l’uno dei 28 agosto 1461, il secondo dei 4 aprile 1462, e il terzo dei 3 gennaro 1463 (326). Nel primo viene eletto Bernardo Requesens, durante la lontananza di Lupo Ximenes de Urrea, per vicerè di Sicilia.
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