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      Così leggesi nell’atto registrato in un volume dell’officina del protonotaro (334). Sembra che fu seguita la opinione dei primi, poichè troviamo che in capo a poco tempo il vicerè Requesens andossene a Messina.
      Intanto da Spagna giunse l’ordine che si convocasse il generale parlamento per esaminarsi tutto ciò che riguardava il servizio del re, e il bene pubblico del regno. Il vicerè Requesens, forse per compiacere in parte i Messinesi, si determinò di tenere nella loro città questa adunanza, e perciò da Messina istessa, dove, come abbiamo accennato, si era portato, spedì le circolari sotto i dieci di gennaro 1464 (335), ordinando che per gli 8 del seguente febbraro gli ordini dello stato si portassero in essa città a celebrarvi il parlamento (336). Le suddette lettere parlano [90] generalmente del servizio del re, e del vantaggio del regno, ma nulla in particolare accennano degli affari che trattar doveansi in quella adunanza. O che il tempo prescritto degli 8 di febbraro fosse assai breve, o che i parlamentarî non avessero voglia di andarvi: egli è certo, che arrivato il prescritto giorno pochi di coloro che erano stati invitati al parlamento erano arrivati in Messina. Laonde il Requesens ne sospese il cominciamento, aspettando che venissero gli altri. Come poi vide che nonostante non vi arrivavano, per spingerli a non mancare, scrisse nuove lettere circolari, nelle quali, per mostrare quanto fosse necessaria quest’assemblea, palesò il motivo che avea fin allora tenuto celato, anche al marchese di Geraci, per cui era convocato.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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