Era già morto, come abbiamo osservato (337), Carlo principe di Viano primogenito del re Giovanni, e la regina Giovanna madrigna del medesimo bramava che il suo figliuolo Ferdinando fosse dai regni riconosciuto per il legittimo erede di S.M., ai di cui vezzi cedendo il vecchio monarca, diede ordine al vicerè che convocasse a questo oggetto il parlamento, e inducesse gli ordini dello stato a giurare fedeltà all’infante principe. Questa cagione appalesa il Requesens nelle seconde circolari, che sono in data dei 20 dello stesso (338) mese di febbraro (339).
Ci mancano gli atti di questo parlamento (340), e perciò ci è ignoto che altro vi si sia trattato, e qual esito abbia avuto. Forse saranno rimasti a Messina, senza che si avesse avuta la diligenza di trasportarli nei regî archivî, o si saranno perduti; destino accaduto ad infiniti altri monumenti. Non può però mettersi in dubbio che ogni cosa sia avvenuta a seconda dei desiderî del re Giovanni, e che tutta l’assemblea parlamentaria abbia riconosciuto per primogenito, e successore nel regno di Sicilia l’infante Ferdinando. Rilevasi ciò agevolmente da quanto scrive il Surita (341), il quale ci racconta che monsignor Giovanni Burgio vescovo di Mazara, come ambasciadore del regno di Sicilia, fe’ nella cattedrale di Saragoza il giuramento di fedeltà nelle mani della regina Giovanna, come tutrice del principe Ferdinando, a nome dei prelati, dei baroni, e delle università siciliane, per cui riconobbero quello infante per universale successore, e futuro re di Aragona, e di Sicilia dopo la morte del re Giovanni, e che per questo conto gli giurarono ubbidienza, come vassalli al suo natural signore.
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