Era perciò uopo di avvalersi dei suoi generali, e di preparare diverse armate disperse ora per tenere a freno i sollevati, ed ora per rintuzzare gl’invasori; e questa permanente guerra ricercava che si profondessero giornalmente i regî tesori. Cercava adunque questo principe dei sussidî per sostenersi, e li chiedea dai Siciliani, i quali per il loro attacco alla casa di Castiglia volentieri li avrebbono somministrati, e per la lunga pace che goduto aveano, erano in istato di porgerli. Noi crediamo che questo parlamento (360) non siesi altramente tenuto in Polizzi, e che siesi trasferito in Palermo. Si detegge che la bisogna sia andata così, da un dispaccio viceregio dato ai 9 di gennaro 1467, e indiritto ad Antonio Sin tesoriero del re, con cui segli ordina che del denaro tratto dal donativo offerto dal braccio ecclesiastico nell’ultimo parlamento tenuto a Palermo si consegnassero al nobile Cristoforo di Benedetto maestro segreto once ottocento, prezzo di tre mila salme di grano comprato alla Licata alla ragione di tarini otto la salma (361), ad oggetto di trasmettersi in Ispagna per servizio del sovrano (362). Ora mentovandosi in questo diploma del mese di gennaro 1467 l’ultimo parlamento tenuto a Palermo, questo non potè essere altro, che quello che fu intimato in Polizzi per i 12 di settembre 1446, e poi fu differito sino ai 25 di esso mese, e che forse per altri intoppi, che saranno nati, si sarà trasportato in Palermo; quando non si voglia credere, che nello spazio di poco più di tre mesi siensi celebrati due differenti parlamenti, l’uno in Polizzi, e l’altro in Palermo, il che non sembra punto verisimile.
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